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RINTOCCHI D’ESTATE

La Torre dell’Orologio: un punto di riferimento che ha segnato il tempo nella città di Taranto per secoli, oggi scandirà con i suoi rintocchi quattro appuntamenti culturali imperdibili per chi vuole parlare di cultura, di ambiente e, soprattutto, di Mare.

All’interno dell’Esposizione “Il Tempo del Mare”, allestita nella Torre, prenderà vita la rassegna “RINTOCCHI D’ESTATE”, organizzata dall’associazione Centro Studi Documentazione e Ricerca LE SCIAJE.
Ogni mercoledì dalle ore 19 verranno presentati documentari e libri che raccontano di leggende marinare, delle bellezze dei mari di Taranto, di delfini, di sostenibilità e della tradizione marinara jonica. Quattro appuntamenti per favorire una visione urbana sostenibile e riscoprire una Taranto sorretta, circondata e permeata dai suoi due mari, in un rapporto di reciproco rispetto.
Questi gli appuntamenti:

8 agosto – Proiezione “SULL’ONDA DELLE LEGGENDE DEL SALENTO”: dalla Costa Adriatica alla Costa Ionica alla scoperta delle Leggende di mare raccontate dagli abitanti del luogo, in un libro/documentario di Walter Stomeo e Chiara Rescio, a cura dell’Associazione Culturale FOLKOLORE. Non solo una raccolta di leggende popolari, ma un viaggio alla scoperta dei misteriosi luoghi che le hanno ispirate. Un documentario che ci farà scoprire quel filo sottile che unisce realtà e leggenda, lo stesso filo che unisce le grotte, gli scogli, le spiagge, le torri e il mare del Salento, con gli antichi abitanti di questi luoghi, con chi li abita oggi e chi ci sarà domani.

15 agostoFuturi possibili: COMMERCIO EQUO-SOLIDALE e PESCA SOSTENIBILE a cura di Bottega del Mondo EQUOCIQUI e Associazione CSDR LE SCIAJE. Due realtà tarantine si confrontano per parlare di stili di vita diversi: il commercio equo-solidale rende la spesa di tutti i giorni una precisa scelta di uguaglianza e diritti, e la pesca sostenibile, un nuovo modo di vivere il mare che poggia su basi antiche e offre la possibilità di godere delle sue ricchezze rispettandone l’ecologia. Una chiacchierata aperta a chiunque voglia proporre idee future, possibili e sostenibili.

22 agosto – Proiezione “I DELFINI DI TARAS” a cura di JONIAN DOLPHIN CONSERVATION, la prima produzione documentaristica scientifica sui delfini nel Golfo di Taranto. Un documentario incredibile che testimonia, con mezzi tecnici avanzatissimi e la competenza di chi conosce ed ama il mare, la ricchezza dei Mari di Taranto, concentrandosi sul Delfino, simbolo millenario di una città unica al mondo.

28 agosto – Presentazione finale PROGETTO “LE SCIAJe – Storia Cultura Innovazione Ambiente Jonico – Vincitore del concorso Principi Attivi 2010”: dopo 16 mesi di attività presentiamo i risultati delle attività e le nostre pubblicazioni.

Inizio previsto alle ore 19, presso l’Esposizione permanente sulla mitilicoltura tarantina “IL TEMPO DEL MARE”, TORRE DELL’OROLOGIO, Piazza Fontana, Città Vecchia di Taranto.

Durante tutte le giornate sarà sempre presente all’esterno della Torre un banchetto informativo sul commercio equo-solidale curato dalla Bottega del Mondo EQUOCIQUI.
Al termine delle proiezioni si potrà partecipare a visite guidate all’interno dell’Esposizione “IL TEMPO DEL MARE” a cura dell’Associazione CSDR LE SCIAJE.

Nota: il progetto LE SCIAJe è vincitore del concorso “Principi Attivi 2010 – Giovani Idee per una Puglia Migliore”, istituito dalla Regione Puglia. Attraverso tale progetto l’Associazione “Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje”, quindi, ha avviato un percorso, culturale, scientifico e didattico, finalizzato al recupero e tutela del patrimonio della civiltà della pesca a Taranto.

Ulteriori informazioni sul sito WWW.LESCIAJE.IT.
Tel. 3889538912
Email lesciaje@gmail.com

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Taranto – Una terra da guarire

RAI RADIO3 SCIENZA ci propone questa interessantissima trasmissione:

“Operavano nel rispetto delle leggi dell’epoca, sostiene il ministro dell’ambiente, ma hanno lasciato in eredità enormi danni al territorio. Sono le fabbriche in dismissione, o quelle con molti anni alle spalle, come l’Ilva di Taranto, per cui adesso si pone il problema della loro bonifica. E allora che facciamo? Come possiamo eliminare i veleni accumulati in anni passati? Risponde Leonardo Arru, responsabile del Servizio emergenze ambientali dell’ISPRA.”

ASCOLTATELA QUI!

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Salina per Taranto arriva a Brest!

La tartana Salina, guidata dal validissimo skipper tarantino ALESSANDRO MARUCCIA, classe 1973, dopo 3 mesi di viaggio iniziato dalla Città Vecchia di Taranto, è finalmente arrivata a BREST, in Bretagna, dove ha partecipato – unica imbarcazione italiana – alle Tonnerres de Brest, una delle più grandi feste della marineria del mondo, che raduna imbarcazioni di legno di ogni peso e misura, che convengono a migliaia nella settimana di eventi.

Un bellissimo esempio di come il mare offra sane opportunità di indotto economico, per auspicare per Taranto un simile destino, fatto di mare, di turismo, cantieristica, porti turistici sostenibili, scuole d’arte nautica (velai, maestri d’ascia, etc.), centri sportivi forti che attirino importanti regate, eventi e tutti i vari servizi correlati alla vita nautica.

Un bellissimo esempio di tarantini che non hanno dimenticato di appartenere ad una millenaria città di mare.

Noi de Le Sciaje non possiamo che fare un fortissimo applauso ad Alessandro ed a Salina e augurar loro che il vento soffi sempre forte sulle vele!

“Navigare è il miglior modo per parlare di Mare” Alessandro Maruccia

 

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LETTERA APERTA

L’associazione “Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje” è nata da un’idea di sviluppo per Taranto che rimetta al centro i nostri mari e la nostra storia marinara. La nostra idea è stata premiata dalla grande opportunità offerta dal bando regionale “Principi Attivi 2010 – Giovani Idee per una Puglia Migliore“.
Quella che abbiamo proposto è, infondo, un’idea semplice: contribuire alla rinascita culturale di Taranto attraverso la riscoperta e valorizzazione di luoghi storici dimenticati come Mar Piccolo e la Città Vecchia, con un percorso virtuoso che porti la città a innamorarsi nuovamente dei Due Mari. Più di un anno di vita associativa caratterizzato da una programmazione dedicata al legame storico e determinante tra la secolare città bimare, terra delle delizie, e le attività tradizionali dell’artigianato, della piccola pesca locale e della molluschicoltura. A fronte di numerose iniziative (presentazioni di libri, conferenze, seminari scientifici, visite guidate nei luoghi storici della marineria, come la Città Vecchia, le coste del Mar Piccolo e il parco del Galeso), abbiamo però dovuto affrontare difficoltà che minano la condivisione di un lavoro cittadino per la tutela dei beni comuni: parlando di “rigenerazione urbana“ della Città Vecchia e di tutela e valorizzazione del Mar Piccolo, culla storica della mitilicoltura, ci siamo accorti che questi argomenti rappresentano quasi un tabù per la maggior parte dei cittadini. Argomenti da evitare per non scontrarsi con le volontà di non meglio definiti poteri forti locali che inabissano le realtà di Taranto in fondo a un mare di farraginosità burocratiche, conflittualità tra “nuovi” e “vecchi”, a discapito di una seria presa in carico di iniziative politiche utili ad un reale miglioramento della qualità della vita a Taranto.

Oggi, in pieno dibattito sulle sorti della Grande Industria a Taranto e sul futuro della città, non possiamo non contribuire con la nostra voce di trentenni che hanno investito tempo, professionalità ed idee per questa città e non vogliono accettare ancora una volta scelte calate dall’alto.
Ciò che non viene colto, infatti, da chi oggi vuole decidere le sorti della città di Taranto sono le voci sempre più forti di una classe di giovani precari, disoccupati, con curricula e titoli di studio che in altri luoghi verrebbero coperti d’oro ma qui valgono, al massimo, uno stage non retribuito. Un pezzo importante di società, una nuova ma invisibile classe operaia, totalmente ignorata anche da chi dovrebbe contribuire a salvaguardarne i diritti, stanca di parlare ancora di tecnicismi in dibattiti sterili, di palliativi e facili soluzioni a brevissimo termine.

E’ una classe che vuole, invece, capire che sarà della città di Taranto fra cinque, dieci anni, quando il miraggio dell’iperindustrializzazione coatta sara’ svanito per sempre, e contribuire al suo rilancio con idee che parlano di sostenibilità, ambiente, innovazione, cultura, storia, turismo, cooperazione e salvaguardia dei diritti, micro–impresa, nel rispetto delle vocazioni storiche e naturali del territorio, così come avvenuto in tante altre città in Europa, in Italia e in Puglia.

Taranto oggi è a un bivio: continuare a difendere l’indifendibile e gli interessi di pochi e condannarsi a morte per asfissia o ascoltare la ventata d’aria fresca portata da tante nuove idee che propongono scelte coraggiose.
Noi continueremo con le nostre attività, accanto a chi in questi mesi ha percorso pezzi di cammino con noi, agli operatori del Mar Piccolo che rivendicano il loro diritto al lavoro, alle aggregazioni sociali che rivendicano una città migliore e a coloro che, con forza, sono decisi a non lasciarci scippare la propria terra, i propri mari e il proprio futuro da chi già da troppi anni sta distruggendo la millenaria città di Taranto.

 

La lettera sul Corriere del Giorno:

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Due itinerari per Taranto!

Nell’ambito delle attività associative, dopo approfondimenti, sopralluoghi, ricerche archivistiche e accompagnamenti guidati, l’Associazione “Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje” presenta “TARANTO: DUE ITINERARI/TWO TOURS“: una pubblicazione di 16 pagine, in italiano e in inglese, corredata da foto.
Gli Itinerari accompagnano lungo due percorsi storico-culturali nel territorio tarantino, due cammini da percorrere – per riscoprire la propria città o per visitare Taranto per la prima volta – sulle orme della Taranto marinara: si parte dalla Città Vecchia, un’isola millenaria da riproporre come fulcro della vita cittadina, per arrivare alle masserie che costeggiano Mar Piccolo, un’interfaccia terra-mare da riscoprire come patrimonio storico-naturalistico. Nell’ottica della condivisione e diffusione delle conoscenze, il formato e-book dei Due Itinerari è gratuitamente scaricabile dall’area “Download” del sito WWW.LESCIAJE.IT.

La realizzazione dei Due Itinerari è parte integrante delle attività di divulgazione nell’ambito del Progetto “Le SCIAJe – Storia Cultura Innovazione Ambiente Jonico“, vincitore del concorso “Principi Attivi 2010 – Giovani Idee per una Puglia Migliore”, istituito dalla Regione Puglia. Attraverso il Progetto, l’Associazione “CSDR Le Sciaje” ha intrapreso un percorso per contribuire allo sviluppo locale di Taranto, svolgendo attività volte alla rivalutazione sociale, turistica e culturale del patrimonio storico-marittimo, nonché la valorizzazione dei comparti pesca e mitilicoltura, da indirizzare verso una produzione sostenibile, di qualità e caratterizzata localmente.

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23 giugno – SALVIAMO MAR PICCOLO, RESTITUITE LE SCIAJE ALLA CITTA’

Sabato prossimo, 23 giugno, a partire dalle ore 18:30 all’interno dell’Esposizione “Il Tempo del Mare“, promossa dal Centro Ittico Tarantino s.p.a. ed allestita nei locali della Torre dell’Orologio in Piazza Fontana, luogo simbolo della Città Vecchia di Taranto, l’Associazione di Promozione Sociale “Centro Studi documentazione e Ricerca Le Sciaje, in collaborazione con le associazioni di categoria AGCI PESCA, LEGA PESCA, CONFCOMMERCIO

organizza l’iniziativa di informazione e approfondimento

SALVIAMO MAR PICCOLO, RESTITUITE LE SCIAJE ALLA CITTA’

L’iniziativa sarà occasione per festeggiare l’85°compleanno del Maestro d’ascia Cataldo Portacci, classe 1927, cultore della Tarentinità e protagonista della Taranto Marinara, nonché socio onorario dell’associazione Le Sciaje, che attraverso le sue testimonianza di vita vissuta svolge da tempo un lavoro indispensabile per il recupero della memoria storica del Mar Piccolo e della Città Vecchia di Taranto. Ruolo quanto mai necessario oggi, in piena crisi ambientale del Mar Piccolo e della molluschicoltura: la riscoperta dell’identità storica della città e delle sue tradizioni marinare praticate per secoli da considerare come punto di partenza per sostenere e rilanciare la molluschicoltura e recuperare e valorizzare il Centro Storico e i Due Mari.

Nota: il progetto LE SCIAJe è vincitore del concorso “Principi Attivi 2010 – Giovani Idee per una Puglia Migliore”, istituito dalla Regione Puglia.
Attraverso tale progetto l’Associazione “Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje”, quindi, ha avviato un percorso, culturale, scientifico e didattico, finalizzato al recupero e tutela del patrimonio della civiltà della pesca a Taranto.

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IN DIFESA DELLA MITILICOLTURA TARANTINA E DI MAR PICCOLO

COMUNICATO STAMPA

Mar Piccolo è Taranto.

Mar Piccolo è molluschicoltura.

Il progetto LE SCIAJE è nato per contribuire allo sviluppo di Taranto attraverso la valorizzazione di pesca e mitilicoltura, da indirizzare verso una produzione sostenibile, di qualità e caratterizzata localmente. La molluschicoltura è parte integrante della nostra Storia e vogliamo spendere le nostre idee ed energie affinché superi questo amaro presente per continuare ad essere il nostro futuro.
Il termine stesso che abbiamo scelto come nome per la nostra Associazione, “Le Sciaje”, indicava il luogo di Mar Piccolo dove si coltivavano i mitili e le ostriche attraverso la metodologia tradizionale Tarantina. Le Sciaje sono state le prime vittime dell’industrializzazione di Taranto, distrutte per far posto all’Arsenale agli inizi del XX secolo.

Oggi, non possiamo non contribuire alla discussione aperta della crisi della mitilicoltura in Mar Piccolo, colpita duramente da chi ha inquinato per più di un secolo, da chi vuole speculare ancora sul nostro territorio e da chi poteva e non ha fatto nulla per impedirlo.
Crisi generata dalla contaminazione da PCB del Primo Seno di Mar Piccolo, che prende sempre più il connotato tragico del gioco delle scatole cinesi: l’emergenza nell’emergenza. Crisi troppo spesso trattata come un mero fatto di cronaca anziché come una priorità cittadina, visto che coinvolge un settore che potrebbe diventare una reale alternativa economica all’attuale sistema industriale, se non fosse per la trascuratezza con cui è stato gestito negli ultimi vent’anni: basterebbe prendere esempio da altre città europee, come Vigo in Spagna, dove il settore mitilicolo occupa un indotto di oltre ventimila posti di lavoro.
Per non parlare della necessità di difendere un patrimonio comune come Mar Piccolo, centro nevralgico della città per secoli, oggi dimenticato e maltrattato.

Dopo le terribili notizie provenienti dai tavoli tecnici in Regione, rinnoviamo il nostro appello affinché, prima di proporre palliativi, si faccia chiarezza sulle reali visioni a lungo termine della città: cosa vogliamo che diventi Mar Piccolo, cosa vogliamo che diventi Taranto. Senza fare chiarezza ogni soluzione, seppure tecnicamente avanzata, rimarrà un “pannicello caldo” che continuerà a tenere la mitilicoltura tarantina e i Due Mari alla mercé di speculatori e inquinatori.
Va riaffermato con forza, invece, il ruolo strategico del Primo Seno del Mar Piccolo come insostituibile culla della mitilicoltura di Taranto, provvedendo alla messa in sicurezza delle fonti inquinanti e bonificando con le migliori tecniche, nonché sancendo inequivocabilmente la destinazione d’uso del Mar Piccolo di Taranto alla mitilicoltura per impedire scelte devastanti per i nostri mari, la nostra cultura e la nostra economia.
Giù le mani da Mar Piccolo. E chi ha inquinato, paghi.

Nota: il progetto LE SCIAJe è vincitore del concorso “Principi Attivi 2010 – Giovani Idee per una Puglia Migliore”, istituito dalla Regione Puglia. Attraverso tale progetto l’Associazione “Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje”, quindi, ha avviato un percorso, culturale, scientifico e didattico, finalizzato al recupero e tutela del patrimonio della civiltà della pesca a Taranto. Ulteriori informazioni sul sito WWW.LESCIAJE.IT.

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In difesa della mitilicoltura tarantina

Pubblichiamo questo comunicato stampa del 12 maggio scorso, firmato da AGCI Pesca Taranto, Confcommercio e Lega Pesca, anche per mostrare come una buona parte della categoria sia attenta, informata e propositiva (ma, purtroppo, altrettanto inascoltata) per lo sviluppo e difesa dell’antica arte della mitilicoltura tarantina, a dispetto di come i luoghi comuni e parte dell’informazione vogliono farci credere:

COMUNICATO STAMPA

La crisi generata dalla contaminazione da PCB dei mitili del Primo Seno del Mar Piccolo di Taranto prende sempre più il connotato tragico del gioco delle scatole cinesi: l’emergenza nell’emergenza….
Si era varata di intesa con le associazioni di categoria, un piano per impedire la contaminazione dei mitili che avrebbe permesso al prodotto del Primo Seno il trasferimento in un’area collocata in Mar Grande, di fronte al Lungomare delle Città. A questo scopo era stata emanata una Delibera della Giunta Comunale del 17 gennaio 2012. Ma in realtà questo non è mai stato reso possibile dalle stesse amministrazioni, neanche a fronte di un impegno colossale della Camera di Commercio e delle Associazioni di Categoria che ha di fatto regolarizzato le imprese in nero. Così anche lo spostamento dei pergolari in Mar Grande diventa un’emergenza!

Il prodotto mitilicolo in allevamento nel I Seno è quasi adulto: circa sedici mesi di duro lavoro.

Dopo l’inspiegabile inerzia la Regione Puglia ha convocato un “Tavolo Tecnico per la valutazione e gestione del rischio per la presenza di PCB e Diossine negli allevamenti e negli alimenti della provincia di Taranto”, riunito sicuramente sotto la pressione delle Associazioni di Categoria che hanno chiesto lo sblocco delle vendite dato che le analisi riportano dei dati di contaminazione molto al di sotto dei limiti stabiliti dalla legge. Lo scopo dell’incontro era quello di analizzare la situazione e condividere le azioni da porre in essere. E’ davvero singolare come amministratori e tecnici si sentano autosufficienti al punto da non convocare i rappresentanti di categoria per discutere e per analizzare situazioni, condividere azioni senza la presenza dei diretti interessati. Una autosufficienza che non possono sicuramente avere dato che in quasi un anno non sono stati in gado di porre in essere le procedure idonee per il passaggio dei pergolari in Mar Grande. Oppure la Regione e il Comune di Taranto non erano in grado in quella sede di assumersi le loro responsabilità di fronte al fallimento delle loro azioni?

Va riaffermato con forza il ruolo strategico del Primo Seno del Mar Piccolo come insostituibile area nursery della mitilicoltura di Taranto: se si rimuovono gli impianti e i mitili come deciso dal Tavolo tecnico si priverebbe il settore del seme indispensabile per la sopravvivenza delle imprese! Restiamo ancora in attesa della presentazione ufficiale da parte della Regione Puglia di un piano per la messa in sicurezza delle eventuali emissioni ancora attive prima ancora di parlare di misure di risanamento ambientale dell’area, sempre promesse e mai realizzate.

Chiediamo con forza e per l’ennesima volta che il Consiglio Regionale Pugliese e il neo eletto Consiglio Comunale di Taranto sanciscano inequivocabilmente la destinazione d’uso del Mar Piccolo di Taranto alla mitilicoltura per impedire azioni di risanamento non idonee alle caratteristiche del Bacino Bimare.

Purtroppo si continua imperterriti a condannare, anche con l’inerzia amministrativa, le vittime di un sistema di sviluppo che ha generato la devastazione ambientale invece che i colpevoli e le cause che le hanno generate.

 

per AGCI PESCA                      per CONFCOMMERCIO           per LEGA PESCA

Emilio PALUMBO                      Leonardo GIANGRANDE               Cosimo BISIGNANO

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DIFENDIAMO MAR PICCOLO!

Mar Piccolo è Taranto.

Mar Piccolo è molluschicoltura.

La molluschicoltura è parte integrante della nostra Storia. e vogliamo che superi questo amaro presente per continuare ad essere il nostro futuro.

Il nostro progetto è nato per contribuire allo sviluppo locale di Taranto, attraverso la valorizzazione dei comparti pesca e mitilicoltura, da indirizzare verso una produzione sostenibile, di qualità e caratterizzata localmente.
Di conseguenza, non possiamo non impegnarci per divulgare, studiare, approfondire l’attuale crisi della mitilicoltura in Mar Piccolo, colpita duramente da chi ha inquinato per più di un secolo, da chi vuole speculare ancora sul nostro territorio e da chi poteva e non ha fatto nulla per impedirlo.

Ecco due articoli di due bravi giornalisti tarantini sulle nuove analisi.
Da oggi continua, ancora più forte, la nostra battaglia per difendere Mar Piccolo!

 

Mar Piccolo, una discarica di veleni. I dati dell’Ispra sulla caratterizzazione

di ALESSANDRA CONGEDO da INCHIOSTROVERDE.it
31 AGOSTO 2011

TARANTO – L’alta concentrazione di policlorobifenili nei molluschi è solo una faccia dell’inquinamento che interessa il primo seno di Mar Piccolo. Dal 22 luglio scorso, data in cui è scattato il divieto di prelievo e vendita dei mitili, si parla solo di Pcb ma nei sedimenti di quest’area abbondano altre spiacevoli presenze, l’amaro frutto di decenni di attività industriali e cantieristiche.
La conferma arriva da un documento dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale), prodotto nell’agosto 2010 ma ancora poco conosciuto, contenente elaborazione e la valutazione dei risultati della caratterizzazione di un parte del Mar Grande (definito II lotto) e del Mar Piccolo, un lavoro che mira all’individuazione degli opportuni interventi di messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Taranto.
Le attività sono state suddivise in due distinte fasi. La prima, iniziata a luglio 2009 e terminata ad agosto 2009, ha riguardato il rilievo topografico della linea di riva; le indagini geofisiche e geomorfologiche; l’elaborazione e restituzione dei dati; il campionamento e l’ analisi sul biota. La seconda fase, iniziata a ottobre 2009 e terminata a maggio 2010, ha riguardato le indagini relative alla ricerca di eventuali ordigni bellici; il campionamento dei sedimenti; le analisi di laboratorio.
Facendo scorrere le novanta pagine della relazione, piena di mappe e dati, salta subito all’occhio l’immagine relativa alle concentrazioni di mercurio rilevate nello strato dei sedimenti 0-50 cm del primo seno del Mar Piccolo. L’estesa area colorata di rosso fa emergere una situazione di particolare criticità. E’ la stessa relazione dell’Ispra a spiegarlo: «Per quanto concerne metalli ed elementi in tracce è il Mercurio (Hg) l’elemento per il quale si osservano non solo numerosi superamenti del valore di intervento (0,8 mg/kg s.s.), ma anche superamenti diffusi del valore limite della colonna B Tab.1 del D.Lgs. 152/06».
Continua l’Ispra: «La contaminazione più rilevante in termini di estensione superficiale ed in termini di concentrazioni maggiori, interessa tutto lo spessore di sedimento indagato del primo seno. In particolare, nel livello superficiale risultano contaminati i sedimenti dell’area adibita a mitilicoltura A (per tutto lo spessore indagato 0-50 cm) e quelli presenti nel canale che va dal Ponte Girevole al Ponte Punta Penna Pizzone, mentre nei livelli sottostanti si individuano ancora alcuni superamenti di colonna B Tab.1 del D.Lgs. 152/06 nell’area delle banchine ex-Genio e nell’area esterna compresa tra le aree adibite a mitilicoltura A e C».
Dall’osservazione dei risultati analitici relativi all’area indagata, emerge uno stato di qualità ambientale complesso, caratterizzato principalmente dalla presenza di inquinanti inorganici, in concentrazioni anche elevate, che interessa tutta l’area del primo seno e buona parte dell’area afferente al II Seno. «Tale contaminazione, relativa  prevalentemente a metalli ed elementi in tracce quali Mercurio (Hg), Zinco (Zn), Rame (Cu) e Piombo (Pb) – si legge nella relazione – è stata riscontrata nei sedimenti superficiali in maniera diffusa; limitatamente al Mercurio, la contaminazione si estende sino ad interessare tutto lo spessore indagato (2 m). La presenza di composti organici risulta molto meno evidente».
Ad un certo punto è inevitabile incontrare un termine diventato familiare a tutti i tarantini: «Per quanto concerne i composti organici, come già riportato in precedenza, la loro presenza risulta essere molto meno determinante rispetto ai metalli ed elementi in tracce ed è dovuta principalmente alla presenza di Policlorobifenili (PCB). Per tale classe di composti, i superamenti del valore di intervento (0,190 mg/kg s.s.) interessano principalmente il livello superficiale, con un paio di superamenti del valore soglia di colonna B tab. 1 del D.Lgs. 152/2006 (concentrazione massima
rilevata pari a 171 mg/kg s.s. – TA04/0739), ed i livelli profondi solo in prossimità delle Banchine ex-Genio»-

Fin qui i dati sui sedimenti del primo seno di Mar Piccolo. Va detto, però, che anche quelli relativi al Mar Grande offrono motivi di inquietudine. Leggi qui http://www.inchiostroverde.it/news/ispra-una-relazione-dellispra-spiega-quanto-e-contaminato-il-mar-grande.html

 

Mar Piccolo, adesso è finita: limiti di PCB troppo alti

di GIANMARIO LEONE su TarantOggi
g.leone@tarantooggi.it
5 GIUGNO 2012

I RISULTATI DELLE ANALISI SUI QUATTRO CAMPIONI DI MAGGIO OLTRE I 6,5 PICOGRAMMI
CONVOCATO PER VENERDI’ NUOVO TAVOLO TECNICO REGIONALE: MA IL FUTURO ORA E’ NERO

Mar Piccolo, adesso è finita: limiti di PCB troppo alti

Alla fine, il più nefasto dei presagi si è avverato. La contaminazione da PCB rilevata nelle analisi effettuate sui quattro campioni del I seno di Mar Piccolo prelevati dalla ASL tra il 21 e il 23 maggio, hanno superato i limiti di legge (6,5 picogrammi al grammo) attestandosi sulla drammatica media di 7,4. Una doccia fredda per quasi tutti. Sicuramente per i mitilicoltori, che hanno atteso il responso all’esterno dell’ospedale Testa, con la quasi certezza di poter finalmente tornare a vendere le cozze del Mar Piccolo, visti gli esiti delle analisi dei mesi scorsi (limiti mai superiori a 4,5). E in un responso positivo ci sperava eccome anche il Comune di Taranto, che ora si trova al centro di una situazione drammatica, che ha assunto i contorni di un’emergenza che oramai travalica i confini e le competenze degli enti locali. A testimonianza di ciò, la grande amarezza e lo sconforto espressi in serata dal colonnello Michele Matichecchia, comandante dei Vigili Urbani e dirigente comunale del settore Attività Produttive, che ha candidamente dichiarato come adesso nessuno sa precisamente quello che accadrà nel prossimo futuro. Di certo c’è che il Comune da un lato proseguirà nel rilascio delle concessioni in Mar Piccolo (in un anno appena 15 quelle firmate), dall’altro continuerà, per quanto possibile, nell’iter di allestimento delle aree di Mar Grande, che dovrebbero ospitare gli impianti per la produzione del 2013. Dovrebbero, appunto.

Perché tutto quello che è stato deciso sino ad oggi nei vari tavoli tecnici regionali, ultimo quello dello scorso 25 maggio, alla luce delle nuove analisi rischia di diventare pura carta straccia. Stesso destino quasi certamente avrà la produzione di quest’anno: la destinazione è la stessa del 50% del prodotto del 2011, ovvero il forno dell’inceneritore dell’AMIU.

Chi invece aveva da tempo intuito che il tutto avrebbe preso una piega nuovamente negativa, è il dr. Teodoro Ripa, responsabile del Servizio Veterinario della Asl, che ieri mattina è stato il primo a prendere visione dei risultati delle analisi proveniente dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo. Il quale ha confermato che venerdì mattina tornerà a riunirsi il tavolo tecnico regionale istituito per la “valutazione e gestione del rischio per la presenza di PCB e Diossine negli allevamenti e negli alimenti nella provincia di Taranto”. Ma lo stesso Ripa ha ammesso come in realtà oramai la situazione vada gestita a livello nazionale, lasciando intendere come la competenza della gestione del problema dovrebbe immediatamente passare al Ministero dell’Ambiente. Perché quando il responsabile del Servizio Veterinario della Asl di Taranto ti dice che o si procede alla bonifica totale o altrimenti è meglio dichiarare la fine della mitilicoltura a Taranto, intuisci che si è arrivati al classico punto di non ritorno. Anche perché a leggere i dati delle analisi del mese di maggio, ci si è accorti che la situazione da contaminazione da PCB è addirittura aumentata rispetto allo stesso periodo del 2011. Il che ha anche una spiegazione tecnico-scientifica: rispetto ai prelievi effettuati ad aprile, la temperatura del Mar Piccolo, in un solo mese si è alzata di 4-5°, arrivando a toccare i 19° attuali: temperatura che ha comportato il fatale aumento dell’inquinamento da PCB delle acque del I seno. E se dopo tutto questo, anche la ASL arriva ad ammettere che anche il trasferimento nelle aree di Mar Grande appare qualcosa di utopico, c’è ben poco su cui filosofare. Del resto, sin dallo scorso anno la stessa azienda sanitaria locale aveva previsto che il tutto sarebbe dovuto avvenire “nelle more della necessaria classificazione”, che ricordiamo dovrebbe durare la bellezza di sei mesi, il tempo necessario per capire se Mar Grande è idoneo o meno ad ospitare gli allevamenti. E il mare aperto, come da sempre dichiarato dai mitilicoltori e confermato ieri dallo stesso Ripa, non è adatto a tale uso. O meglio, potrebbe anche esserlo, ma la qualità del prodotto ne risentirebbe e non poco: le condizioni delle acque di Mar Grande non sono tali per favorire il futuro della mitilicoltura tarantina. Il mare aperto ha una qualità e una salinità completamente diversa rispetto a quella che si viene a creare in un “seno” come quello del Mar Piccolo (che ricordiamo possiede i famosi citri, sorgenti di acqua dolce che sboccano dalla crosta sottomarina), oltre ad avere un processo di riscaldamento delle acque molto diverso e decisamente più lento.

Adesso, dunque, si è costretti a ripartire dal “via”, come in un gigantesco e drammatico gioco dell’oca. Dove le pedine, i mitilicoltori, sono le vittime di questo gioco al massacro che però ancora oggi nasconde abilmente chi manovra il tutto, le tante mani che lanciano i dadi a casaccio, incuranti di tutto il resto. C’è poi un piccolo retroscena, uno dei tanti nella storia di un inquinamento che ha oramai superato il secolo d’età. Come si ricorderà infatti, l’ultimo punto del verbale del tavolo tecnico del 25 maggio, recitava testualmente: “prevedere la rimozione totale degli allevamenti del I seno al fine di consentire le attività di risanamento ambientale dell’area”. Solo ieri però, abbiamo appreso che quell’indicazione veniva proprio dai rappresentanti del Ministero dell’Ambiente presenti all’incontro, nel caso in cui le analisi di maggio avessero dato come esito una contaminazione superiore ai limiti previsti dalla legge. Dunque, come accennato prima, siamo arrivati al classico punto di non ritorno. Perché da oggi, qualunque decisione verrà presa, potrebbe seriamente condizionare per sempre il futuro della mitilicoltura tarantina, oltre che cancellare la parte più importante della storia della nostra città. Bisogna decidere cosa fare. Ma soprattutto da che parte stare. Non c’è più tempo per tergiversare o sperare nel corso degli eventi o delle correnti marine. Perché se è vero che lo spostamento degli allevamenti in Mar Grande poteva e doveva essere fatto in tempi non sospetti (entro il mese di marzo, per alcuni entro l’ottobre del 2011), con le responsabilità che ricadono inevitabilmente su una classe politica incapace di prendere in mano la situazione, è altrettanto vero che il conto che oggi ci troviamo a dover pagare è figlio di un lontano passato. Ed ha responsabilità precise. Dalle aree a terra gestite dalla Marina Militare (Arsenale), ai cantieri navali, dai sedimenti del Mar Piccolo in corrispondenza dell’arsenale militare, nell’area di caratterizzazione denominata “area 170 ha”, a quella più a Nord del I seno,a circa 200 mt ad ovest della penisola di Punta Penna, per proseguire con il fantasma dell’azienda ‘San Marco Metalmeccanica’ (sulla quale abbiamo già detto in passato ma su cui presto torneremo) individuata come possibile fonte primaria. Ma queste sono solo le responsabilità “pratiche”. Quelle morali appartengono ad una classe politica che per decenni ha fatto finta di non vedere e non sentire, che ha usato finte promesse, inutili riunioni, fittizie tavole rotonde come specchietto per le allodole, facendo puntualmente naufragare quelle poche risorse e quelle poche idee messe sul piatto negli anni per affrontare in maniera serie a costruttiva il problema dell’inquinamento del Mar Piccolo. Appartengono ad una classe imprenditoriale ancora oggi a favore di nuovi impianti inquinanti, ovunque essi debbano sorgere non importa, perché ciò che conta, ancora oggi a distanza di oltre 200 anni dalla prima rivoluzione industriale, è solo e soltanto il profitto: che poi esso provenga da affari leciti o meno, che possa comportare la distruzione dell’ambiente, la fine di una storia secolare, che possa cancellare il destino di migliaia di persone, poco importa. Appartengono ad un sindacato ancora oggi scandalosamente assente da una questione che dovrebbe riguardarlo in prima persona: perché qui siamo in presenza di una cancellazione totale di quei diritti che loro dovrebbero difendere: la salute, il lavoro, la storia di un territorio. Ma incredibili a dirsi, una minuscola tessera di plastica vale tutto questo e molto altro: se non la hai, sei fuori, il problema non esiste. Ed infine appartengono ad un’intera città ancora oggi troppo ferma, impaurita, vittima di se stessa, poco coraggiosa nell’affrontare a viso aperto i suoi nemici. Perché per troppi anni abbiamo confuso ruoli, diritti, doveri, etica, moralità, senso del pudore: tant’è che oggi possiamo dirci tutti responsabili e vittime allo stesso tempo. Una condizione paradossale, inaccettabile, ma drammaticamente vera. Appartengono ad una borghesia e ad un ceto medio che non ha mai amato questa città. Preferendo mandare via figli e nipoti piuttosto che combattere per essa. Dimostrazione di ciò sono gli ambientalisti locali, tristemente assenti dal più devastante e clamoroso caso di inquinamento cittadino. Preferiscono far finta di lottare contro le centinaia di camini al vento della grande industria, piuttosto che lottare al fianco di loro concittadini. Un atteggiamento che basta da solo per pesare tutta la loro consistenza morale.

Oggi è un giorno storico per questa città. C’è una pagina bianca su cui decidere cosa scrivere. Pensiamoci bene prima di intingerlo con l’inchiostro della storia. Perché quello non si cancella. Resta per sempre. E dopo non si può più tornare indietro.

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LE SCIAJE al BOLLENTI SPIRITI CAMP 2012

L’Associazione “Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje”, vincitrice del concorso “Principi Attivi 2010 — Giovani Idee per una Puglia Migliore” della Regione Puglia, ha partecipato, lo scorso 2 giugno, al Bollenti Spiriti Camp 2012, una tre giorni dedicata alle idee e ai progetti dei giovani pugliesi e al futuro della nostra regione, durante la Giornata della Cittadinanza.
L’Associazione “CSDR Le Sciaje” ha presentato il proprio progetto con un intervento nel Camp #12 “CITTA’ INTELLIGENTI – idee e progetti per una città dei cittadini“.
Eccovi il video e la presentazione portati al Camp!

www.lesciaje.it e-mail: lesciaje@gmail.com Tel: 3889538912

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